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Nuove sfide per il processo di pace in Colombia

di Matteo Bellinzas, Santa Marta, 29 ottobre 2017

 

Dopo decenni di conflitti armati e la firma degli accordi di pace con le FARC, la Colombia si trova in un momento storico cruciale per il suo futuro. Tuttavia il processo di normalizzazione sta affrontando molteplici problemi che influenzano tanto la percezione che la comunità internazionale si è fatta del processo, quanto l’applicazione e sviluppo dello stesso sul campo e nella vita civile. L’ottimismo iniziale, dovuto al passaggio storico alla Giurisdizione Speciale per la Pace e al Processo di Pace e Giustizia Transizionale, ha dovuto scontrarsi con la realtá del contesto colombiano, che mette in luce differenti matrici di violenza, molte delle quali rivelano la responsabilitá parziale delle FARC nei crimini territoriali, avvalorando le opinioni di quanti affermavano la corresponsabilitá dei gruppi paramilitari di estrema destra nel conflitto.

L’abbandono da parte delle FARC dei territori un tempo controllati ha lasciato campo aperto ai nuovi gruppi armati illegali, i quali prendono il controllo dei nuovi territori in cerca di fonti di reddito per i propri interessi criminali: i vecchi gruppi paramilitari di estrema destra, smobilitati negli anni passati e riorganizzati adesso in gruppi piú piccoli chiamati BACRIM (bande criminali), stanno prendendo il controllo delle zone rurali per la produzione di coca, cresciuta a livelli allarmanti rispetto alle dinamiche degli anni passati e impulsando quindi la produzione di cocaina (+42% rispetto alle coltivazioni di coca, +60% nella produzione di cocaina nel 2015, con aspettative di forti rialzi nel 2016 e 2017 – dati ancora in fase di elaborazione) [fonti: 1, 2; piú informazioni in 3]. Questo nuovo boom del narcotraffico punta direttamente contro quanto il Governo si era proposto – appoggiato dalla comunitá internazionale – per la nuova traiettoria di sviluppo del Paese.

Le prime vittime di questo processo di riorganizzazione criminale sono i rappresentanti sociali delle comunitá contadine e indigene nelle regioni piú colpite dal conflitto: Cauca, Guaviare, Nariño, Caquetá, Putumayo, Norte de Santander. Nonostante i conflitti tra le FARC e le forze armate nazionali siano cessate, la violenza é riesplosa: 56 leaders sociali sono stati assassinati dall’inizio dell’anno [4], lasciando le comunitá contadine ed indigene alla mercé dei nuovi padroni del narcotraffico.

Gli effetti di questa situazione si sono riflessi nel processo di sostituzione delle coltivazioni di coca: le continue minacce delle bacrim impediscono lo sviluppo delle attivitá, mentre le iniziative delle comunitá contadine non hanno ricevuto sufficiente appoggio e protezione da parte dello stato. Le mobilitazioni rurali per chiedere risposte da parte del governo si stanno intensificando in questi giorni, tuttavia la situazione tra comunitá contadine ed indigene e le forze dello stato é ambigua: a Tumaco (poco piú di 200.000 persone, 147 morti violente nel 2016), nel dipartimento di Nariño, 6 civili sono stati uccisi da parte della forza pubblica durante una protesta per le coltivazioni di coca [per ulteriori informazioni 5].

Il contesto del narcotraffico si è evoluto nell’ultimo decennio: il commercio di sostanze illegali sfrutta nuove alleanze tra i cartelli messicani e i produttori colombiani per l’esportazione verso gli Stati Uniti. Gruppi armati illegali messicani sono entrati nei territori colombiani, specialmente nel Nariño, per garantire il controllo e lo sfruttamento dei campi di coca e dei laboratori per la produzione di cocaina, trasformando la regione in territorio a rischio elevato. Secondo la Polizia Nazionale, sono state trovate mine anti uomo lungo le coltivazioni illegali durante le attivitá di sradicamento forzato, uomini armati con evidente accento messicano controllano le comunitá contadine stabilendo le quantitá e il prezzo delle coltivazioni [6, 7, 8].

La situazione necessita di una mobilitazione di risorse e interessi che la Colombia da sola non è in grado di garantire, né le forze armate nazionali sono dotate di una presenza adeguata nel territorio, fatto che puó generare situazioni eccezionali di scontro tra le comunitá e la polizia come il passato 5 di ottobre a Tumaco. È imprescindibile l’appoggio della comunitá internazionale per risolvere un problema di carattere transnazionale che influenza il commercio di sostanze illegali a livello globale e il processo di pace in Colombia. Tuttavia le modalitá di intervento devono ancora essere stabilite, dato che il solo aiuto finanziario non sembra essere la soluzione adeguata.

D’altro canto, nei dipartmenti dove il conflitto per il narcotraffico si é arrestato, lo sviluppo economico e sociale stimolato dalla pace ancora non è decollato. Nella costa caraibica della Colombia, interessata da molteplici corridoi del narcotraffico, si cercano nuove forme di creazione di reddito che possano contrastare gli interessi delle Bacrim, tramite la proposta di alternative economiche per le comunitá, in grado di ostacolare le possibilitá di reclutamento in queste organizzazioni. Le attivitá relazionate, appoggiate dalla comunitá internazionale, soffrono dell’estrema corruzione e dell’incertezza generata da amministrazioni carenti di professionalizzazione. I Piani di Ordinamento Territoriale (POT) sono in ritardo in molti territori, le analisi comunitarie contestuali per i programmi di appoggio alle vittime e restituzione delle terre soffrono di carenze di personale, le necessitá causate da fatti non riconducibili direttamente al conflitto armato non sono trattate, l’attuazione degli accordi pattutiti per il miglioramento sociale ed economico sono ancora ad un livello iniziale.

La Guajira, il Magdalena e il Bolivar, la cui capitale Cartagena genera il maggior flusso di turismo a livello nazionale, soffrono di problemi profondi in termini di povertá ed estrema povertá, mancanza di servizi di base e bassa partecipazione scolare, tra i tanti. Il dipartimento dell’Atlantico tuttavia sembra crescere e migliorare grazie all’industriositá della sua capitale, Barranquilla, il vero centro economico della costa.

Il rallentamento dell’economia globale ha finalmente prodotto effetti anche sulla promettente economia colombiana: la caduta del prezzo del petrolio ha prodotto uno stallo degli investimenti – estremamente rilevanti nel nord e nella costa –  inceppando il vero propulsore delle esportazioni nazionali, e limitando di fatto le entrate governative per i piani di intervento: i tagli sull’educazione pubblica sono i primi indicatori del bilancio finanziario limitato.

È rilevante notare che la comunitá internazionale puó rafforzare lo sviluppo con un impatto piú profondo nei territori dove il conflitto è giá terminato, mentre nei territori interessati dalla violenza contro le comunitá contadine ed indigene tuttora é necessario un ulteriore sforzo per la transizione verso una pace reale che sia precursora dello sviluppo sociale ed economico auspicato.

In questo senso, focalizzando il discorso sullo sviluppo economico sostenibile, appare imperativo dirigere il supporto internazionale verso tematiche strategiche che possano promuovere lo sviluppo economico e sociale: finanziamento a nuove collaborazioni accademiche tra universitá colombiane ed estere, appoggio ai settori promettenti come il turismo sostenibile, miglioramento del sistema rurale tradizionale, interventi sui servizi di base e le infrastrutture; azioni che hanno bisogno di essere focalizzate verso territori che hanno giá ottenuto una stabilitá civile, per non sprecare risorse in piani di sviluppo sostenibile dove la violenza inficia la sostenibilitá e la popolazione continua a vivere alla giornata.

Per quanto riguarda i territori tuttora tormentati dalla violenza del narcotraffico, è necessario un uguale sforzo in temi differenti: collaborazioni militari per il controllo del territorio e delle coste, appoggio per lo sminamento, presenza di osservatori internazionali per garantire la sicurezza della popolazione, misure per garantire i diritti umani e territoriali delle comunitá. Senza i risultati che questi interventi possono raggiungere, non ci saranno le condizioni necessarie all’implementazione di azioni di sviluppo economico e sociale.

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