Sviluppo Sostenibile


Contesto territoriale e attivitá


La missione dell’UPD per lo Sviluppo Sostenibile è avviare una riconciliazione tra le esigenze di sviluppo del territorio e la corretta gestione dei suoi habitat e delle risorse naturali, elaborando progetti produttivi che garantiscano la sostenibilità, un approccio di genere, l’inclusione attraverso strategie condivise con le comunità e le parti interessate. Le attività di sviluppo sostenibile dell’UPD sono incentrate su progetti produttivi, che promuovono uno sviluppo umano inclusivo, l’istruzione e la professionalità, nel dialogo con gli attori pubblici e privati per massimizzare i risultati in termini di sostenibilità, occupzione e produttività.


Contesto

Fonti: World Bank, OCDE, UNDP, DNP – Desarrollo Social, Plan Nacional de Desarrollo 2010-2014

Economia

Nel 2015, la Colombia é stato uno dei paesi che hanno registrato una maggiore crescita nella regione, grazie ad una gestione macroeconomica e fiscale efficace. Tuttavia, il paese è stato colpito dal rallentamento economico globale e dal crollo del prezzo del petrolio, quindi la sua crescita economica è passata dal 4,6%  nel 2014 al 3,1% nel 2015. Il rallentamento fu causato principalmente dal settore estrattivo, mentre il settore dei servizi rimase saldamente in crescita. L’agricoltura e la produzione hanno cominciato a riprendersi alla fine dell’anno. Dal lato della domanda, il consumo delle famiglie ha continuato a spingere l’attività economica, mentre il consumo e gli investimenti pubblici sono rallentati e le esportazioni sono diminuite.

La disoccupazione ha raggiunto i suoi minimi storici nel 2015 (8,9%), a seguito di importanti riforme per ridurre il costo del lavoro, nonostante il rallentamento dell’attività economica. La gestione fiscale rimane forte, come dimostra il rispetto del piano programmatico fiscale istituito per la prima volta nel 2012.

Patrimonio ambientale

Il ricco patrimonio naturale della Colombia – quasi il 55% del territorio colombiano è coperto da foreste, il secondo paese con piú biodiversitá al mondo – è sotto crescente pressione a causa delle industrie estrattive, dell’allevamento, dell’urbanizzazione e dalla crescita del numero di automobili, secondo la OECD.

L’aumento dell’estrazione delle risorse naturali non rinnovabili sta spingendo la crescita economica, tuttavia è anche una delle principali cause dell’inquinamento del suolo e dell’acqua, del degrado degli ecosistemi sensibili e  dei gravi danni alla salute umana.

La Colombia è estremamente vulnerabile agli eventi meteorologici estremi, per questo l’agricoltura intensiva (che aumenta la sua estensione tramite disboscamenti ed incendi) il drenaggio artificiale delle zone umide, il desvio dei corsi fluviali  e  la costruzione di villaggi in aree soggette a inondazioni e frane ne accrescono rischi di disastri ambientali.

Se è vero che la crescita economica più elevata ha contribuito in modo significativo a migliorare il reddito e il benessere dei colombiani negli ultimi decenni, questo è stato anche accompagnato da un marcato deterioramento ambientale e dalla crescita di fenomeni come la deforestazione, la  perdita di biodiversità e l’inquinamento dell’acqua e dell’aria (DNP, 2007: 6). E’ noto, per esempio, che l’85% dei sistemi di produzione in Colombia si trovano in aree sensibili alla desertificazione, e il 48% del paese è soggetto a fenomeni di erosione. Questi fattori degradano circa 2.000 ettari all’anno nella regione andina e influenzano la competitività del settore agricolo, la disponibilità di cibo e la qualità e quantità di acqua disponibile. Allo stesso modo si stima che il degrado ambientale in Colombia provochi perdite equivalenti al 3,7% del PIL (World Bank, 2007: 118). Analogamente, i prodotti chimici utilizzati nei processi produttivi causano inquinamento di acqua, aria e cibo, generando un rischio significativo per la salute pubblica, la produttività e gli ecosistemi.

Un settore che merita particolare attenzione, a causa dell’elevato deterioramento ambientale che provoca é quello estrattivo, nonostante siano recentemente  aumentati gli sforzi per controllarlo. Sebbene la legislazione proibisca attività commerciali in settori di importanza ambientale, il rispetto di tali disposizioni è limitato e, in molti casi, l’attività mineraria informale ha generato gravi conseguenze ambientali, in particolare la contaminazione delle risorse idriche. A questo va aggiunto che le responsabilità ambientali legate all’attività mineraria non sono state quantificate in termini economici e sociali, né esistono fonti di finanziamento specifiche per il loro recupero.

Povertá

In ​​questi ultimi anni in America Latina e nei Caraibi si sono registrati progressi significativi nella lotta contro la povertà e la povertà estrema, dimostrato dalla diminuzione di 16 punti percentuali del tasso di incidenza della povertà e di 7 punti percentuali di quello della povertà estrema tra il 2002 e il 2014. Con questi progressi la Colombia è al quinto posto nella riduzione della povertà nella regione e la quarta nella riduzione della povertà estrema, 6.600.000 persone sono uscite dalla soglia di povertá e 3.500.000 hanno cessato di essere estremamente poveri nell’ultimo decennio.

Nella lotta contro la povertà il paese è caratterizzato da disparità territoriali e di popolazione. Ad esempio, la maggior parte dei poveri del paese è concentrata nei dipartimenti ad alto reddito. Antioquia, Valle del Cauca e Bogotà contribuiscono a circa il 50% del reddito nazionale, ma a loro volta, rappresentano quasi il 25% dei poveri. Questo è probabilmente causato sia dall’alta concentrazione di popolazione che dalle migrazioni di persone vulnerabili alla ricerca di sicurezza ed opportunità.

Per il caso colombiano, è possibile sostenere che la violenza sia la più importante causa di povertà. Vari articoli accademici hanno dimostrato che il conflitto armato ha sottratto da 0,3 a 0,5 punti percentuali all’anno alla crescita economica del Paese. Uno studio condotto dal Centro per l’Analisi dei Conflitti (CERAC) rivela che, in una situazione di conflitto, il Prodotto Interno Lordo in Colombia si raddoppia ogni due decenni. In assenza di conflitti, però, il tempo che porterebbe all’economia a crescere del 100% risulterebbe du solo dieci anni. Ciò significa che negli ultimi 50 anni il paese ha perso quasi 30 anni di produzione a valore aggiunto a causa del conflitto.

Educazione

Ricevere un’istruzione di qualità è un diritto per tutti i bambini ed i giovani colombiani , indipendentemente dal loro status sociale, economico, geografico o etnico. Tuttavia, questo diritto sancito nella Costituzione nazionale del 1991 (articoli 44 e 67) e sostenuto dalla legge generale dell’istruzione del 1994, è ancora solo parzialmente garantito in Colombia. Gli individui con scarsa educazione sono più vulnerabili a situazioni di emarginazione e povertà, e i risultati dei test PISA (2012) hanno collocato la Colombia al 62° posto tra i 65 paesi in cui si effettua il test. La distribuzione del capitale umano nella popolazione determina la composizione e il salario sul mercato del lavoro, che determina in larga misura la distribuzione del reddito. Ecco perché è necessario assicurare che tutti i colombiani abbiano accesso a un’istruzione di qualità, alla giusta sicurezza sociale e ad un mercato del lavoro equo –  promuovendo la regolarizzazione e sostenendo lo sviluppo imprenditoriale – e ad efficaci meccanismi di promozione sociale.

Contesto

Fonti: Composición de la Economía de La Región Caribe de Colombia, PER Caribe, Caribe prospero, equitativo y sin pobreza extrema

Economia

La base economica della regione Caraibica racchiude un’ampia gamma di settori : l’agricoltura (mais, manioca, patate, banane e palma), l’allevamento (carne e latticini), l’estrazione di minerali, l’industria, il turismo e il trasporto. Le attività agricole ed industriali hanno perso peso durante gli ultimi due decenni, mentre il settore estrattivo e quello dei servizi hanno subito cambiamenti significativi che gli hanno consentito di guadagnare quote all’interno della composizione della produzione nazionale. L’industria è concentrata a Barranquilla e Cartagena ed è poco diversificata (cibo e bevande, prodotti chimici, minerali non metallici e plastica).

L’attivitá estrattiva legata alla produzione di energia è cresciuta fortemente negli ultimi dieci anni, sia nel paese sia nella regione dei Caraibi, questi ultimi guidati principalmente dalle miniere di carbone e carbon fossile nei dipartimenti di Cesar e La Guajira, rappresentando il 73,1% dell’attività mineraria nella regione, per produzione media annua. Inoltre l’estrazione del gas naturale e petrolio hanno grande incidenza sul PIL regionale.

Il settore terziario è costituito dal commercio, dal trasporto, dalle comunicazioni, dai servizi alle imprese e dai servizi sociali. Questo settore si è sviluppato principalmente nei grandi centri urbani, in quanto dispongono delle infrastrutture e delle condizioni necessarie per il suo funzionamento.

Nel 2010 la popolazione della regione rappresentava il 21,4% del totale nazionale e il prodotto interno lordo ha contribuito al 15,1% del paese. Nell’ultimo decennio il PIL regionale è cresciuto del 4,1% in media annua, in linea con quella registrata a livello nazionale.

Turismo

Il turismo è un’attività con un grande potenziale in una regione caratterizzata da ricchezza naturale, storica e culturale, in particolare le cittá di Cartagena, Santa Marta e l’isola di San Andres sono le mete coi maggiori flussi di visitatori. Cartagena vanta un importante settore alberghiero, con attrazioni naturali, patrimoniali e culturali come gli edifici  monumentali e l’architettura coloniale: per questo nel 1985 l’UNESCO dichiaró la cittá Patrimonio Storico e Culturale dell’umanitá.

Santa Marta è diventata una delle principali destinazioni turistiche della Colombia grazie a siti archeologici come Pueblito, Ciudad Perdida e le incisioni rupestri di Duanama, il Morro, la Sierra Nevada, la Quinta de San Pedro Alejandrino e la Cattedrale ed è stata dichiarata dall’UNESCO Riserva della Biosfera e del Patrimonio dell’umanità nell’anno 1979.

La grande diversità di ecosistemi e paesaggi della regione dei Caraibi ha fatto sí che il turismo fosse un settore strategico per  tutti i dipartimenti della regione (PER Caraibi, 2013). La produzione nel settore del commercio, dei ristoranti e degli alberghi rappresenta l’11% del PIL regionale (DANE, 2014).

Nonostante la ricchezza e il potenziale produttivo della regione, la sua scarsa competitività e bassa specializzazione dei settori produttivi in ​​generale hanno avuto un impatto negativo sulla creazione di posti di lavoro e di creazione di nuove imprese al di fuori delle città capitali, non riuscendo ad incidere adeguatamente sugli alti tassi di povertà della regione. Attualmente l’industria regionale è concentrata a Barranquilla e Cartagena, ed è scarsamente legata ad altri settori e territori della regione meridionale (PER Caraibi, 2013).

Povertá

a regione dei Caraibi sta vivendo una situazione ancor più drammatica rispetto al resto del paese, dal momento che circa il 50% dei suoi abitanti sono in condizione di povertá, mentre il 17% vive in condizioni di estrema povertà (DANE, 2013). Nonostante le sfide, la regione dei Caraibi ha continuato a combattere la povertà con sucesso. Tra il 2010-2013, la povertà monetaria nella regione è diminuita di 10 punti percentuali, dal 53,8% al 43,5%, mentre la povertà estrema è scesa dal 18,9% al 12,5%.

La regione dei Caraibi mostra dei valori preoccupanti all’interno degli indicatori che compongono l’Indice multidimensionale della povertà (WPI), 37,4% nel 2013 (DANE, 2013), e si presenta una situazione problematica per quanto riguarda la sicurezza alimentare e la mortalità infantile. Il 58,5% delle famiglie si trova in condizioni di insicurezza alimentare (ENSIN, 2010) e da ció derivano gli elevati tassi di mortalità infantile. In realtá il 70,8% dei comuni della regione ha bassi tassi di mortalitá infantile rispetto alla media, ma sul territorio sono presenti situazioni critiche con tassi elevati come quella della popolazione indigena Chimila (Magdalena), Yupka (Cesar) e Wayuu (La Guajira);

Patrimonio ambientale

In termini ambientali, l’area continentale della regione dei Caraibi ha due riserve della biosfera, la Sierra Nevada di Santa Marta e la Cienaga Grande di Santa Marta, oltre le aree di importanza ambientale e ad alta biodiversità come le paludi di La Mojana e il sistema umido della depressione Momposina. Questa ricchezza naturale è altamente esposta a varie minacce dalle attività umane. I Caraibi concentrano  l’83% della desertificazione alta e molto alta del paese sul proprio territorio, pari al 24,1% del suo territorio (DNP, sulla base dei dati IDEAM 2010). Tra le cause possiamo annoverare: l’allevamento intensivo, la deforestazione, l’estrazione mineraria illegale e l’industria. Inoltre, gli aumenti del livello del mare e la variabilità del clima hanno generato un alto livello di erosione costiera nella regione: si stima che circa il 25% delle spiagge del territorio siano interessate da questo fenomeno (Invemar 2013 pag. 37).

La situazione del sistema idrico e fognario appare drammatica: il Caribe colombiano ha una vulnerabilitá  alta ed altissima nel 76,8% del suo territorio, oltre alla  mancanza di acqua adatta al consumo umano (a causa della contaminazione dei fiumi che attraversano il suo territorio). L’esaurimento delle falde acquifere per mancanza di protezione e l’eccessivo  sfruttamento delle risorse idriche rende difficile mantenere costante  la fornitura d’acqua ed influisce negativamente sulla salute degli abitanti della regione, in particolare sui bambini.

Educazione

Per quanto riguarda l’educazione ci sono differenze significative nella copertura dell’istruzione secondaria: ad esempio, nel dipartimento di La Guajira, la copertura media prevista del servizio è del 43.9%, ma la e la copertura effettiva risulta di solo il 19.95%, cifre significativamente più basse rispetto  alla media nazionale (MEN, 2013). D’altra parte l’analfabetismo per le persone maggiori di  15 anni è presente nel l’88,8% dei comuni (175 comuni), con una concentrazione del 18,2% per La Guajira, il tasso più alto della regione . Allo stesso modo, il 79,7% dei comuni ha presentato gravi lacune nei test di matematica (157 comuni) (DNP, 2014) come dimostrano i risultati delle prove.

Programma di formazione allo sviluppo

Nell’ambito delle attività per l’empowerment degli attori di sviluppo, l’UPD mette a disposizione quote libere nei propri corsi di professionalizzazione e formazione. Sono disponibili posti per volontari e membri del personale di organizzazioni il cui lavoro ha dimostrato la necessità di professionalizzazione nei settori della pianificazione dello sviluppo, elaborazione progettuale, gestione, monitoraggio e valutazione dei progetti.

La formazione degli attori si concentra sul rafforzamento delle competenze necessarie per la preparazione degli studi e la presentazione delle proposte di progetto. Il rafforzamento delle capacità analitiche è essenziale per valutare il potenziale di sviluppo delle comunità analizzate, per comprendere i loro problemi e per identificare il miglior programma di sviluppo che possa giovare alla comunità. In questo modo si può realizzare uno sviluppo partendo dal basso, analizzando i problemi delle comunità e generando un processo autonomo di identificazione e soluzione dei problemi.

La formazione delle ONG e delle organizzazioni comunitarie è necessaria per una collaborazione proficua nei progetti internazionali, dove i requisiti in termini di gestione del progetto, monitoraggio e valutazione sono molto rigidi.

Nell’ambito del programma “Formazione per lo sviluppo”, nel 2016 l’UPD ha fornito gratuitamente formazione per 9 studenti della facoltà di antropologia dell’Università di Magdalena e 11 funzionari di:

Asociación de Empresarios de Magdalena, Fundación Ecologa, Fundación Pro-Sierra Nevada de Santa Marta, SENA, Casa Indígena Santa Marta, Fundación Raíces Italo-Colombianas, FUNDEHUMAC.

Valutazione finale Corso introduttivo nella pianificazione e gestione della pianificazione comunitaria

3 dicembre 2015 – 27 gennaio 2016, Universidad del Magdalena

Il primo corso introduttivo di Project Management e Sviluppo Comunitario ha cercato di rafforzare le competenze degli studenti nell’identificazione, formulazione, attuazione e valutazione dei progetti.

Il primo modulo (LA STRUTTURA E LA LOGICA PROGETTUALE) cerca di rafforzare la visione di studenti verso la comprensione delle politiche di sviluppo sostenibile, che è la logica che si utilizza per capire quali sono i progetti che hanno più impatto e qual’è la modalità per finanziarli.

Il secondo modulo (METODOLOGIE E STRUMENTI PER LO SVILUPPO DEL PROGETTO) si  focalizza sulle modalità con cui vengono gestite le informazioni e sulle analisi necessarie per sviluppare una proposta progettuale. In questa parte del corso viene spiegata l’importanza del contatto e del coinvolgimento delle parti interessate e dei beneficiari del progetto.

Il terzo modulo (VALUTAZIONE E GESTIONE DEL PROGETTO) ha offerto competenze per gestire un progetto di sviluppo (relazioni con il consorzio, i portatori di interessi e le istituzioni di finanziamento). In questa parte del corso, gli studenti hanno appreso come giustificare gli obiettivi stabiliti per il progetto. Hanno compreso l’importanza di stabilire strategie corrispondenti alla volontà dei beneficiari del progetto e dell’importanza di trovare motivazioni condivise con gli stakeholders.

Il modulo pratico, infine, ha como obiettivo  la messa in atto dei concetti e delle metodologie di analisi e coinvolgimento degli stakeholders e dei beneficiari. Durante la pratica sul campo presso la riserva  indigena di El Encanto gli studenti sono stati suddivisi in diverse squadre per raccogliere differenti informazioni  e comprendere il contesto in cui il progetto verrá realizzato. I gruppi, guidati da un esperto, hanno cercato di individuare le motivazioni, i problemi e gli obiettivi delle diverse categorie di beneficiari e degli stakeholder:

Il mamo e le autorità indigene

Donne indigene

Gli altri stakeholders ( i contadini che vivono in prossimitá della riserva indigena)

Un gruppo di studenti si è occupato di coordinare le attività e di controllare gli altri gruppi.

Il corso si è concluso con una elaborazione del lavoro scritta dagli studenti, nella quale hanno potuto cimentarsi nella ricerca e nell’utilizzo delle informazioni, atte per  spiegare o giustificare parte del progetto.

La Resistenza di Cali

Publicado en 14 May 2021 por Matteo BellinzasDerechos Humanos

Fonte della foto: Tembolres ONG “Guardia, forza! per la mia razza, per la mia terra!”, è uno dei nuovi slogan simbolo della rivolta sociale riesplosa in Colombia: l’inno della Guardia Indigena del Cauca viene cantato non piú solo a Cali, ma nel resto del paese e a Bogotà. La Guardia Indigena del Cauca (la Minga

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(Italiano) Aggiornamento sul Paro Nacional – 8 maggio 2021

Publicado en 8 May 2021 por Matteo BellinzasDerechos Humanos

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(Italiano) Colombia, adesso

Publicado en 5 May 2021 por Matteo BellinzasDerechos Humanos

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Contexto Socioeconómico del Caribe colombiano


Departamentos de Atlantico, Bolivar, La Guajira y Magdalena


Contexto socio económico Atlántico

Fuentes: Plan de Desarrollo del Atlantico

El Departamento del Atlántico, según el DANE, contaba en el año 2005 con 2.166.156 habitantes mientras en 2016 cuenta con 2.489.709 mostrando un incremento neto de 323.553 personas que en términos porcentuales equivale al 14,93%. Es notoria la concentración de la población en las cabeceras urbanas del departamento, en las cuales se ubica el 95% que representa un total de 2.367.139 habitantes, mientras en los territorios rurales se encuentran 124.586 personas. A su vez, la distribución de la población urbana en el departamento muestra una significativa asimetría espacial, puesto que en la región metropolitana de Barranquilla (Soledad, Malambo, Galapa, Puerto Colombia y Barranquilla) se concentran 2.050.127 habitantes del Atlántico, de los que corresponden solo a Barranquilla y Soledad 1.855.981 (90,53%), y un 9,47% en los tres restantes municipios, lo cual puede explicarse por la dinámica económica y de servicios presentes en estos dos grandes centros urbanos.

Contexto económico

Al 2015, el sector empresarial se demuestra dinámico en el Departamento del Atlántico, con un continuo aumento de las sociedades y de las inversiones en Ciencia, Tecnología e Innovación. La tasa de desempleo se mantiene un punto bajo el promedio nacional(7,6% frente al 8,7% nacional) y el aporte al PIB sigue creciendo.

El Sector Agropecuario

El 56,3% del territorio departamental evidencia una vocación para actividades agrícolas (186.535 hectáreas): entre los cultivo tecnificados de mayor importancia se siembra la yuca, el maíz, el sorgo, el arroz, la palma y frutales como la guayaba, el mango y el limón.En cuanto a los cultivos tradicionales, a pesar de constituir la base económica de la mayoría de los campesinos del Departamento, en su explotación se utiliza poca o ninguna técnica e insumos ya que se hace en forma artesanal y a pequeña escala. Entre estos cultivos se destacan por el área en uso los cultivos de maíz, yuca, sorgo, melón, ahuyama, ajonjolí, millo, guandú, ciruela, papaya, hortalizas, ñame y plátano.

La actividad pecuaria aparece en crecimiento y con un alto índice de asociatividad que respalda el desarrollo del sector ganadero. La producción de leche (aproximada promedio en 185.000 litros diarios de leche) sigue incrementando y se destaca una significativa red de frio para la comercialización de la producción lechera, facilitada por la buena conectividad en la red vial primaria y secundaria.

Sin embargo, a pesar de la reciente tendencia a la recuperación, el desempeño del sector agropecuario ha sido poco favorable en los últimos años. Este fenómeno se expresa, entre  otros aspectos, en tasas de crecimiento muy bajas, que incluso fueron negativas en algunos años y en la reducción del área cosechada y del empleo rural. En este sentido el territorio evidencia una vocación diferenciada y con diferentes potenciales. De acuerdo a los resultados del estudio de zonificación forestal del Departamento del  Atlántico(2007), existen 220.000 hectáreas, de las cuales 80.000 en tierras aptas, 90.000 moderadamente aptas y 50.000 hectáreas marginalmente aptas para  realizar  labores de reforestación con maderables y frutales. A esto se suma que por lo menos el 70% de la tierra presenta conflicto de uso por sobreutilización, subutilización o uso no adecuado, predominando el uso de los suelos con vocación agrícola utilizados en ganadería extensiva, mientras una parte de la tierra dedicada a cultivos está por fuera de la tierra con vocación agrícola.

Sector Pesca y Acuicultura

Aunque el departamento tenga con una gran cantidad de recursos hídricos, la explotación de estos es muy precaria, a pesar de los altos potenciales existentes.El departamento cuenta actualmente con aproximadamente unas 30.000 hectáreas ocupadas con cuerpos de agua, en los cuales no existe una actividad pesquera estructurada: los volúmenes de capturas de pescado son bajos debido a sistemas rudimentarios y en muchos casos captados con la utilización de métodos no adecuados y destructivos; la cadena productiva aparece igualmente desarticulada, los centros de acopio son insuficientes, no hay transporte especializado y el sistema de comercialización es deficiente.

Turismo

El departamento del Atlántico es rico en escenarios naturales. Cuenta con cuatro municipios costeros, Puerto Colombia, Tubará, Juan de Acosta y Piojó, frente al Mar Caribe, con un gran potencial turístico y cuyas playas se han convertido en sitio de recreación de los habitantes de Barranquilla y de los municipios cercanos. Sin embargo, todavía existen muchos kilómetros de playas con potencial y las que se utilizan no tienen las condiciones adecuadas para prestar un buen servicio al turista debido a los problemas ambientales y al deterioro de las mismas por efecto de la erosión costera.

Dentro de la oferta turística por explotar se presenta una variada riqueza natural consistente en cuerpos de agua, zonas de conservación e importancia para la diversidad de flora y fauna, senderos naturales y paisaje tanto costero como de importantes alturas como en Piojó; lo que propicia condiciones para desarrollar el ecoturismo, deportes náuticos, el senderismo, miradores y paradores turísticos. Para su adecuada utilización, esta riqueza natural debe protegerse de amenazas por falta de políticas de planeación eco turística, vigilancia de las áreas de conservación natural y escasa valoración y sensibilización de los ciudadanos hacia los atractivos naturales.

En el Atlántico no se llevan estadísticas sobre competitividad del sector turismo por la escasa infraestructura de servicios básicos e infraestructura especializada en los municipios; además, sólo 32 prestadores de servicios turísticos se encuentran inscritos en el Registro Nacional de Turismo, de los cuales un 30% no funcionan como tal, por lo que se concluye que la competitividad del sector es baja.

Industria

En el departamento del Atlántico, según fuente de las Cuentas Departamentales-DANE del año 2014 (provisional), a través del análisis del Producto Interno Bruto Departamental -PIB; el 81,8% de la producción económica estuvo dinamizada fundamentalmente por cinco grandes ramas de actividad económica, lideradas en orden de mayor a menor por los establecimientos financieros, los seguros, las actividades inmobiliarias y servicios a las empresas con una participación de 19,4%, seguidamente de las actividades de servicios sociales, comunales y personales con 16,8%, la industria manufacturera con 13,9%, comercio, reparación, restaurantes y hoteles con 12,9% y la construcción con 10,9%.

Servicios públicos

El Departamento del Atlántico tiene un alto porcentaje de cubrimiento en cobertura del servicio de energía eléctrica, alcanzando un total del 99%.Todas las cabeceras municipales y la totalidad de los corregimientos cuentan con el servicio

El departamento en los últimos 10 años ha mostrado avances significativos en la prestación de los servicios de agua potable y saneamiento básico.El Departamento cuenta con fuentes de agua superficiales seguras y confiables  (río Magdalena y el Canal del Dique principalmente) que garantizan la prestación del servicio de acueducto para la demanda actual y ampliación de capacidades para atender la demanda futura, con excepción del municipio de Luruaco, que tiene ubicada la bocatoma en la laguna de Luruaco, cuerpo de agua que ha venido presentando disminución del nivel y deterioro de la calidad del agua. Gran parte de los sistemas de acueducto de la zona rural se abastecen a través de pozos profundos que en su mayoría no cuentan con sistemas de tratamiento, sino con sistemas de desinfección.

Las coberturas del servicio de acueducto en las cabeceras municipales y en la zona rural nucleada, son altas: 98,86% y 94,6%, respectivamente. Sin embargo, aún persisten bajos niveles de calidad, frecuencia y continuidad en este servicio, tanto en el área urbana como en el área rural.

Pobreza

Los niveles de pobreza en el Departamento del Atlántico medidos según las Necesidades Básicas Insatisfechas muestran un significativo deterioro de las condiciones de vida de buena parte de la población diferente a la ubicada en la región metropolitana de Barranquilla, ciudad que presenta el indicador más bajo de los centros poblados, en contraste con los elevados índices de municipios como Campo de la Cruz, Candelaria, Luruaco, Manatí, Piojó, Ponedera, Repelón, Sabanagrande, Santa Lucía, Suán y Usiacurí, ubicados por encima del 40%. Cabe resaltar que para municipios del cono sur del Atlántico la medición del 2012 pudo estar influenciada por los efectos del proceso de inundación que sufrió esta porción del territorio departamental, que sin lugar a dudas impactó de manera directa y dramática las condiciones de vida de los pobladores de los municipios allí ubicados.

En el departamento del Atlantico se encuentran diferentes comunidades en condiciones de vulnerabilidad: son grupos de la población que por sus características de pensamiento y estilo de vida constituyen un frente con iguales derechos, y deberes, dentro de la sociedad, como es el caso de la población LGBTI. El respeto por la diversidad en estos representada está basada en el principio de la igualdad y la no discriminación, aplicable igualmente a niños/niñas, el enfoque de género y los derechos de la mujer, jóvenes, personas mayores, aquellas en condiciones de discapacidad, pueblos indígenas y comunidad afrocolombiana.

Con relación a las víctimas, el año 2015 registró una disminución de la dinámica de violencia por el conflicto armado en el país, generando un segmento de la población que demanda atenciones especiales. Se estima que en el Departamento del Atlántico residen 217.480 víctimas del conflicto armado reconocidas, de las cuales el 89% (193.900) pertenecen al hecho victimizante por desplazamiento forzado. Adicionalmente, el Atlántico se mantiene como receptor de la población víctima de la violencia.

En el Atlántico se identifican altos niveles de desnutrición e inseguridad alimentaria. De acuerdo con la Encuesta Nacional de la Situación Nutricional de Colombia (ENSIN 2010), el 15,5% de los niños y las niñas menores de 5 años presentan retrasos en cuanto a las tallas para su edad como resultado de la desnutrición crónica. Ésta circunstancia ubica el departamento del Atlantico por encima del promedio nacional, el cual es de 13,2%.

Educación

El Departamento, en sus veinte municipios no certificados registra una población en edad escolar de 113.688 estudiantes entre los 5 a 16 años, de la cual 5.786 se encuentran desescolarizados. Aunque el Departamento tiene unas altas tasas de cobertura bruta en básica primaria y secundaria, aún no se ha llegado al 100% en transición, ni en media. En lo que respecta a las tasas de cobertura neta se reconoce que son bajas por niveles, pero cuando se analiza el consolidado de todos estos, el valor de este indicador pasa a ser del 94,4% (2015), el cual es alto en comparación con la media nacional. Los niveles que requieren de mayor esfuerzo para aumentar la cobertura neta, son transición y media En cuanto a las tasas de cobertura por zonas, se evidencia que se ha avanzado en el cierre de brechas entre lo urbano y lo rural; en el 2011 la diferencia entre la cobertura bruta rural y urbana era de 10 puntos y a 2015 la diferencia son solo de dos puntos, reflejando que existe igualdad de condiciones para acceder a la educación oficial en el campo y en las urbes. En los indicadores de eficiencia interna, también se evidencia una mejoría constante en los mismos, especialmente en la tasa de deserción en la media que disminuyó de 4,3% a 2,1% entre 2011 y 2015.

Contesto socio economico Bolivar

Fuentes: Plan de Desarrollo Bolivar

Contexto económico

Indicadores del mercado laboral en el Departamento evidencian que desde 2010 el desempleo en Cartagena ha descendido, ubicándose en el periodo diciembre 2014– febrero 2015, en 8,4%. Por su parte, la informalidad laboral entre 2010 y 2014 disminuyó, ubicándose en ese último año en 72,6%, con mayor incidencia en las mujeres. De acuerdo con el DANE, el 72% de los hombres en edad de trabajar participa en el mercado laboral, mientras que las mujeres tienen una baja participación (46%) en Bolívar. Los sectores productivos que se destacan en la generación de empleo formal son: industrial (petroquímico, minero-energético y artesanal en San Jacinto), Servicios (turismo, logística y transporte), comercio y agropecuario, especialmente en el Sur del Departamento. Igualmente, el comercio, turismo y agricultura son generadores de empleo informal.

Dentro de las principales problemáticas identificadas en cuanto a la empleabilidad en Bolívar se encuentran: (i) Alta informalidad empresarial y laboral, (ii) Baja participación femenina en el mercado laboral, (iii)  Alta tasa de desempleo juvenil, (iv) Poca diversidad de oferentes de empleo, (v) Concentración de la oferta laboral en Cartagena, (vi) Prevalencia del trabajo infantil en actividades agrícolas, mineras y de comercio, (vii) Limitadas estrategias en generación de oportunidades de empleabilidad que impacten grupos poblacionales diferenciales, (viii) Bajo nivel de protección social de los trabajadores en el sector rural y (ix) Deficiente formación del trabajador rural en términos de calidad y cobertura.

Dentro del sector primariola agriculturaes una de las principales fuentes de producción de la economía de Bolívar. De los 46 municipios, 45 basan su economía en actividades agropecuarias. Solo el Distrito de Cartagena concentra su actividad productiva en el comercio y servicios, turismo, industria petroquímica y construcción.

Para el 2014 el DANE indica que el PIB del departamento representa el 3,8% del total de la producción del país. Al analizar la composición del PIB por ramas de la actividad económica, la primera por importancia es la industria manufacturera (19%, concentrándose principalmente en Cartagena). A pesar de que los sectores de la Agricultura, ganadería, caza, silvicultura y pesca son la base de la estructura económica del departamento, su participación en el PIB total de Bolívar es en promedio 5% en los últimos cinco años, creciendo a una tasa promedio de 2,5% en el mismo periodo.

La agricultura bolivarense está enmarcada en un sistema productivo tradicional de pequeños y medianos productores. El sector ganadero se basa en una explotación de baja productividad, con deficiente acceso al capital de trabajo, bajos ingresos y dificultades en la comunicación, lo que genera bajos niveles de competitividad. En cuanto al sector pesquero, el esquema de producción también es tradicional, últimamente caracterizada por la disminución en captura, especialmente de las especies nativas de bocachico y bagres.

Industria

En cuanto al sector industrial, la actividad se concentra principalmente en Cartagena, orientada básicamente a la petroquímica y sus derivados. Se destacan la refinería de petróleo y la industria de plásticos, entre otras. En los demás municipios solo existen micro y pequeñas empresas asociadas al sector primario. En menor escala se encuentran establecimientos industriales orientados a la metalmecánica, alimentos y bebidas (gaseosas, lácteos, aceites comestibles, transformación de malta, bebidas alcohólicas) y cementeras.

Por su parte, en Magangué la segunda ciudad del Departamento, se concentra una importante actividad agroindustrial basada en el procesamiento de la producción arrocera y lechera de la región. Cifras preliminares del DANE para 2014, muestran que la producción industrial disminuyó 10 puntos porcentuales en ese año, lo que representa una disminución importante en los últimos cinco años en Bolívar.

La cadena productiva Petroquímica-plástica es una de las más importantes en el departamento y está conformada por industrias dedicadas a las actividades de explotación de gas y refinación del crudo, la producción de materias primas petroquímicas básicas, de insumos intermedios, y de producción de bienes transformados y finales de plásticos. Se encuentran además, el clúster Turismo, Logístico-Portuario, Agroindustrial y Diseño, Construcción y reparación de embarcaciones navales, concentrados en Cartagena. Los encadenamientos productivos (clústeres) en los municipios del departamento son escasos, por lo que las pocas empresas tienen mínima o escasa relación con el desarrollo industrial de Cartagena.

Tanto las importaciones como exportaciones de Bolívar están concentradas en Cartagena, debido a su ubicación estratégica portuaria, por donde ingresa y sale gran parte de la mercancía del país. No obstante, a pesar del comportamiento deficitario de su balanza comercial, Bolívar tiene un alto potencial exportador, especialmente en los sectores petroquímico, plástico y fabricación de alimentos. En efecto, las exportaciones totales del Departamento alcanzaron los US$2.031 millones FOB en 2014, de las cuales los subsectores Químicos industriales, refinería de petróleo, plásticos, fabricación de productos alimenticios y derivados del petróleo tienen la más alta participación del valor total de las exportaciones de Bolívar (DIAN,2014).

Pobreza

Bolívar presenta una tasa de pobreza históricamente más alta que el nivel nacional (12 puntos porcentuales en promedio). Bolívar es un departamento fuertemente golpeado por el conflicto armado dejando consecuencias de las que aún no se recupera, como desplazamientos, despojos, olvido del campo, donde la mayor actividad económica y oportunidad de empleo se concentra en su capital, un departamento con una infraestructura deficiente, que padece los estragos del confinamiento territorial, afectado por los efectos del cambio climático, por la concentración de las riquezas, por un sistema educativo ineficiente, todo este panorama se conjuga con una cifra de pobreza que en 2014 equivale al 39,9% de la población. El 72% de los municipios (33 de ellos) contaban con un indicador superior al departamental. Entre estos se destaca Santa Rosa, San Jacinto y el Carmen de Bolívar por ser los que cuentan con mayor porcentaje de personas en situación de pobreza medida por NBI. Los que se encuentran en mejor situación son San Cristóbal, Cartagena y Regidor.

Bolívar vive una de las más grandes contradicciones, es un departamento rico en producción agrícola, igualmente posee una riqueza hídrica y sin embargo presenta una cifra superior al 60% en inseguridad alimentaria, es decir que no ingieren por lo menos una de las tres raciones de alimentación diaria requerida.

Servicios Publicos

En el año 2012, el sector de agua potable y saneamiento básico en el Departamento de Bolívar arrastraba un rezago histórico con algunos de los peores indicadores de cobertura y calidad de agua del país debido a que se encontraban en un 36.15% y 32,42% respectivamente. En 2015 este escenario es completamente diferente gracias a la construcción de nuevos acueductos, el Servicio de Agua Potable tiene en las cabeceras municipales una cobertura de 91 %.

De acuerdo a cifras oficiales de la Secretaría de Hábitat departamental, en materia de cobertura de Agua Potable en las zonas rurales de Bolívar las cifras no son alentadoras debido a que esta solo alcanza un 35% y a 2016 hay un total de 232 corregimientos sin acueducto y una población de 115.824 habitantes sin acceso a este servicio. Por otra parte, el Departamento de Bolívar cuenta con índice de riesgo de calidad de agua (IRCA) en un promedio general de 33% (riesgo medio, dato a julio de 2015), según las pruebas realizadas por la Dirección de Vigilancia en Salud de la Secretaría de Salud Departamental y analizadas por el Sistema de Vigilancia del Índice de Calidad de Agua Potable (Sivicap) del Instituto Nacional de Salud.

Educación

En Bolívar se ha logrado en los últimos años amplios avances en el tema de cobertura escolar. Sin embargo,la cobertura total neta de la educación escolar está todavía en el 78%: la cobertura preescolar (49,8%) muy baja impacta directamente en las capacidades futuras de los niños al ingresar a la primaria, cerca de la mitad de la población (59,8%) que debería estar cursando básica secundaria se encuentra fuera del sistema educativo mientras la mayor parte de la población que debería estar cursando educación media se encuentra fuera del sistema educativo (28,9% la cobertura neta).

Contexto socioeconómico La Guajira

Fuentes: Informe Socioeconómico Departamento de La Guajira, Informe Gobernación de La Guajira

Contexto economico

De acuerdo a las observaciones del mercado laboral realizado por la Universidad de La Guajira, para el 2010 la población total del Departamento fue de casi 819.000 habitantes, el 71% se encontraba en edad para trabajar, el 65,7% eran activos laboralmente, y el 34,3% restante corresponde a la población económicamente inactiva; la tasa de desempleo observada fue del 9,2%.

De acuerdo con el informe socioeconómico del Departamento de La Guajira con cierre año 2013 de la Cámara de Comercio de La Guajira, esta reporta que La Guajira en 2012 tuvo un crecimiento del 10%, impulsado principalmente por la explotación de minas y canteras y por el sector de construcción. La balanza comercial de La Guajira fue positiva pero disminuyó con respecto al 2011, a raíz de menores exportaciones y un aumento en las importaciones. El Producto Interno Bruto en La Guajira indica una alta dependencia de la minería, donde esta para el año 2012 represento el 58.1%, mostrando una tendencia estable en el tiempo. Por el contrario, el sector agricultura, ganadería, caza, silvicultura y pesca señala una tendencia decreciente en el tiempo, es decir, el sector está perdiendo competitividad pasando de aportar un 354 8.02 al PIB Departamental en el año 2000, reducirse al 7% en el año 2005 y llegar en el año 2012 a aportar apenas el 3.8%.

La industria manufactura por su parte es la menos representativa en el Departamento, se ha movido en el tiempo (periodo 2005 – 2012) entre el 0.9 al 1.1% del PIN Departamental, lo que indica que es un sector que no arranca.

En La Guajira existe un proceso de exclusión productiva por falta de articulación entre los actores del crecimiento económico y su entorno, lo que fomenta la desigualdad, especialmente la interétnica. El Departamento ha sido dotado de riqueza minera que incluye yacimientos de carbón, gas, caliza, yeso y otros recursos no renovables. Cuenta con una plataforma marina para la pesca y producción de sal, desafortunadamente, las explotaciones del carbón y el gas han venido desarrollándose como simples enclaves extractivos. Al país le ha faltado visión para diversificar la producción con base en el carbón y las empresas no han procurado articularse con su entorno económico.

Minerìa y megaproyectos

El 52,8% del producto interno bruto regional se origina en el sector de la minería de gas y carbón, que desde el año 2002 impulsan la tasa de crecimiento por encima de la nacional y lo cual determina la estructura económica bajo un modelo productivo de base exportadora con explotación de  cuantiosos recursos financieros bajo la modalidad de regalías o compensaciones.

A estas restricciones hay que sumarle la baja dotación de infraestructura pública, como son los servicios de acueducto, alcantarillado, comunicaciones y movilidad. En la región y en sus ciudades no se han producido las suficientes economías de aglomeración que permitan procesos de localización industrial relevantes. Sin embargo, muchos megaproyectos están programados, como la ampliación de la producción y comercialización de carbón por parte de la empresa Cerrejón LLC, la apertura de las minas de carbón a cargo de CCX, la construcción de dos puertos en el municipio de Dibulla, la expansión de Puerto Bolívar en el municipio de Uribia, la ampliación de los yacimientos gasíferos y de los campos de generación de energía eólica, así como las obras públicas asociadas a construcción de la infraestructura educativa, turística, deportiva y el Plan de Agua para la prosperidad.

Sector Agropecuario

En la última década el crecimiento del sector agropecuario ha estado rezagado frente al crecimiento de la economía en su conjunto y por debajo de su potencial. El desarrollo histórico del PIB entre 1960 y 2005, muestra que el sector ha ido perdiendo participación en el total de la producción regional. En 1960 era 39,6%, en 1975 fue 20,1% y en 2005 se redujo a6,1%. Parte de la explicación, está en el avance relativo de la minería de carbón y en la violencia de los años noventa cuyas consecuencias son las65.184 personas desplazadas y tasas de homicidios que solo pudieron disminuir por debajo del promedio nacional, posterior al 2006. Durante ese período en La Guajira se amplía la presencia de grupos irregularesarmados (guerrilla, paramilitares, delincuencia común organizada y bandas emergentes) que demostraron poseer recursos, capacidad de planificación y alternativas para su desarrollo y reproducción. Esta situación ha hecho que la recuperación del campo sea lenta, ya que en el 2009 solo se sembraron cerca de 33.961 hectáreas, los cultivos de café, maíz tradicional, yuca, arroz, algodón, fríjol y sorgo fueron los más representativos.

El Departamento tiene cerca de 1.542.943 hectáreas para explotación pecuaria, el 71,6% de ellas son de malezas y rastrojos. En la Alta y Media Guajira, predomina la cría de ganado ovino (723.697 animales) y caprino (1.246.986 animales). La población bovina (316.935 animales) es predominantemente de la raza cebú-pardo y cebú–holstein.

Los productores del campo tienen una débil inclinación hacia el sector hortofrutícola. El desarrollo institucional es bajo y la propensión para trabajar en red es precaria. No existe la suficiente capacidad técnica regional, limitando la utilización de paquetes tecnológicos que se pueden aplicar con un margen de confianza en la Baja Guajira, lo que repercute en la existencia de un diferencial productivo o brecha tecnológica frente a estándares determinados. Otra deficiencia del sector está en el uso de los factores de producción, particularmente la tierra y el agua, el bajo nivel de innovación en los sistemas productivos, la baja formalización de la propiedad rural, la escasa productividad de la mano de obra rural y los altos costos de producción.

Turismo

La Guajira tiene inmensas oportunidades para ser un destino turístico de clase mundial, oportunidades que se reflejan al ser parte explicita de políticas sectoriales turísticas. Por el lado de la oferta turística, el 72% de los establecimientos de turismo registrados en 2013 en el Registro Nacional de Turismo (RNT), corresponden a establecimientos de alojamiento y hospedaje y el 16% a agencias de viaje. En 2013 se registraron 40 establecimientos de alojamiento y hospedaje y se renovaron 79. En cuanto a la demanda, los turistas colombianos que visitan La Guajira, realizan los mayores gastos per cápita diarios en transporte desde y hacia el departamento y en alimentos y bebidas.

Una aproximación del peso de la actividad turística dentro de una economía, es el aporte de hoteles y restaurantes al PIB: en Colombia, la participación de esta actividad en el PIB nacional fue de 2,2% en 2009, en promedio para los ocho departamentos de la región Caribe fue de 5,8%, y en La Guajira del 1,4%, el más bajo de los ocho departamentos de la región.

Pobreza

En 2013, el 55,8% de personas evidenciaba una situación de pobreza en el Departamento de La Guajira (58,4% en 2012) y el 25,7% una situación de pobreza extrema (27,7% en 2012).El ingreso per cápita promedio en el departamento fue de $289.467, superando solamente al Cauca y al Chocó, mientras en 2013 la línea de pobreza en La Guajira fue de $185.533. De acuerdo con lo anterior, un hogar en La Guajira compuesto por 4 personas, será clasificado como pobre si su ingreso está por debajo de $742.132, es decir, no alcanza para comprar la canasta de pobreza. De otro lado, la línea de pobreza extrema en el 2013 fue de $87.630, es decir, que un hogar de 4 personas será clasificado como pobre extremo si su ingreso está por debajo de $350.520.

Según el índice de Necesidades Básicas Insatisfechas (NBI) en el 2013 el 71% de los hogares de La Guajira tienen déficit de vivienda, de estos el 54% habitan en viviendas con problemas cualitativos o susceptibles a ser mejorados. El 46% de los hogares en déficit, tienen déficit cuantitativo ya que las viviendas que habitan presentaron carencias habitacionales, en lo referente a estructura – paredes, cohabitación y hacinamiento no mitigable.

Educación

En el año 2010 solo el 89% de los niños y niñas entre 0 y 5 años se encuentran vinculados a programas de educación inicial. La tasa neta de cobertura escolar para educación básica primaria en La Guajira registró un 75,0%, estando por encima del promedio nacional estimado en 61,8% mientras la tasa de deserción escolar inter-anual de transición a grado once en el año 2010 descendió del 4,31% en el año 2007 al 2,98% en el 2010. Disminuyeron también los estudiantes que repiten el año y mejoró el puntaje promedio de las pruebas de educación Saber 5.

Contexto socio económico Magdalena

Fuentes: ICER 2014, Informe Económico de la Jurisdicción – 2015, Visión Magdalena 2032

El departamento del Magdalena está ubicado al norte del país, cuya capital es Santa Marta. Posee una extensión territorial de 23.188 Km2 (2% del territorio nacional) donde se distribuyen los treinta municipios que lo conforman. Tiene una población, proyectada por el DANE para 2014 de 1.247.383 habitantes, equivalente al 2,62% de los habitantes del país. Según el DANE, En Santa Marta se ubican 476.272 personas, representando el 38,2% de la población total del departamento, seguida de Ciénaga con el 8,3% (103.789 habitantes). El Magdalena participa con el 1,3% del Producto Interno Bruto del país, equivalente a 6.529 miles de millones de pesos en 2014 (Precios Constantes). Durante éste período la tasa de crecimiento del PIB del departamento fue de 3.4%;en Santa Marta se concentra el 38,2% de la población del departamento del Magdalena, seguida de ciénaga con el 8,3%, Zona Bananera (4,8%), Fundación y Plato (4,6% cada uno) y el Banco con 4,4%. Estos cinco municipios tienen más de 50 mil habitantes; y en conjunto suman el 65% de la población total. El 35% restante está repartido entre los otros 24 municipios que lo conforman.

Contexto economico

El sector primario en el departamento es caracterizado por su alta participación en el PIB del Magdalena (18,8%) y buen crecimiento promedio anual entre 2001-2013 (1,0%), posicionándose como el segundo sector que más valor aportó a la producción interna del departamento. Las actividades agropecuarias participaron en el PIB departamental con 13,8%, disminuido en 9,9 puntos percentuales con relación a lo registrado en 2001. Según la Encuesta Nacional Agropecuaria del DANE, a 2013, la actividad agropecuaria se desarrolla en el 91,1% de la superficie del departamento, de los cuales el 86,0% está asignado a la ganadería y el 5,1% a la agricultura, especialmente de cultivos permanentes como palma de aceite, maíz tradicional y banano de exportación; el resto corresponde a bosques (6,1%) y otros (2,8%).

En cuanto al cultivo de café, la mayor expansión caficultora del departamento se aloja en la Sierra Nevada de Santa Marta, por poseer un clima apto para esta clase de cultivo. Otro producto de gran importancia en la economía del departamento y en el sector agrícola es el banano.

La ganadería del Magdalena es una de las más antiguas de América, las zonas ganaderas de mayor producción en el departamento son los municipios de Ciénaga, Aracata, Sitio Nuevo, Pivijay, Ariguaní y Fundación, siendo este último la zona en la que se concentra la mayor área dedicada a esta actividad y en donde se da la mayor producción, debido a la buena calidad de las tierras para el pastoreo.

El sector secundario aunque fue el de menor participación en la composición del PIB departamental, fue el que más creció (7,0%). Dentro de este sector sobresalen las actividades industriales y manufactureras y la construcción, las cuales, en conjunto, participaron con 83,0%, siendo la segunda la de mayor representatividad desde el 2009.

El sector terciario es el de mayor participación en el PIB del departamento, llegando a abarcar un poco más de la mitad del valor agregado (57,7%) con un crecimiento promedio anual entre 2001-2013 de 4,0%. Dentro de este sector se destacan las actividades de comercio, hoteles, restaurantes, bares y similares, educación de no mercado y administración pública, las cuales entre 2001-2013 obtuvieron una participación promedio anual en conjunto de 47,4%.

Turismo

El turismo se ha convertido en uno de los sectores con mayor proyección a nivel internacional y Magdalena no es la excepción. En el departamento entre 2001 y 2013 las actividades de hoteles, bares, restaurantes y similares, incluidas dentro de este sector, mostraron en su orden un crecimiento y una participación promedio anual de 4,5% y 7,0%. El número de turistas nacionales y extranjeros en entrada a la ciudad de Santa Marta por vía aérea entre 2009 y 2013 fue creciente, registrando a 2013 un total de 1.250.75825 personas, cifra superior en 132,1% a la reportada en 2009 y en 24,6% a la registrada en 2012. En 2013, Santa Marta participó en el país en la llegada y salida de viajeros (nacionales e internacionales) con el 3,2%, y en la región Caribe con 13,3%, ocupando el cuarto lugar después de Cartagena, Barranquilla y San Andrés.

En la ciudad de Santa Marta la infraestructura hotelera es variada, dotada de una amplia gama de hoteles que van desde los que poseen una infraestructura modesta hasta los hoteles cinco estrellas. En 2012, la tasa de ocupación hotelera promedio anual de Santa Marta fue de 61,3%, superior a la del promedio nacional (54,1%) y a la de la región Caribe (60,4%), posicionándose en el segundo lugar a nivel regional, antecedida por San Andrés (63,4%).

Pobreza

Medida por el Índice de Necesidades Básicas Insatisfechas (NBI), la pobreza en el departamento del Magdalena ha disminuido entre 1993 y 2013, aunque todavía se sitúa en un promedio superior a la media nacional (47,68% con respeto al promedio nacional de 27,78%).De manera similar, la tasa de pobreza extrema de 22,8% se sitúa muy lejos de la meta promedio nacional de 8,8%.

Los datos reflejan una incidencia mayor de la pobreza en las áreas rurales que en las cabeceras: mientras las primeras tienen una tasa de NBI del 64,68%, en las segundas es de 40,08%. Adicionalmente, la población en miseria por NBI asciende a un tercio de la población rural y al 18,35% de la población en cabeceras.

El componente más incidente en la situación de necesidades básicas insatisfechas es la calidad de la vivienda, seguido del hacinamiento de los miembros del hogar en la vivienda y la alta dependencia económica.

El 51,8% de los hogares encuestados en el 2010 por el Instituto Colombiano de Bienestar Familiar manifestaron sentirse en inseguridad alimentaria, mientras la tasa de desnutrición crónica (17%) aparece superior a la media nacional (12%), como la tasa de desnutrición global  (10% frente al 7% nacional). Sin embargo, las muertes por desnutrición han descendido fuertemente desde 2005 cuando alcan- zaron su mayor pico, así como también las relativas a malformaciones congénitas.

Educación

En años de escolaridad, un 71,3% de la población magdalenense cuenta con educación secundaria     o de niveles inferiores, 74,8% si se considera la aprobación de la media técnica y 75,1% el grado 13 de normalista; por su parte, un 15,6% no tiene nivel alguno de educación y apenas un 7,8% ha estudiado educación superior (incluyendo postgrado). Esto es un desempeño muy malo si nos comparamos con Bogotá, donde la población que manifestó no tener nivel alguno de educación

Servicios publicos

En 2005 en el departamento, las condiciones higiénicas de la vivienda aparecìan precarias:más de un 60% de las viviendas no cuentaba con un adecuado sistema de eliminación de excretas, una cuarta parte de las viviendas no tiene servicio sanitario, mientras que un 36% no tenìa inodoro conectado a pozo séptico. Aunque en la mayoría de las viviendas (57%) hay servicio de recolección de basuras, existìa una proporción elevada (42,7%) en donde no se da un adecuado manejo de los residuos solidos. La cobertura de acueducto total en hogares del Magdalena es del 43% y el alcantarillado cubre al 38% de las viviendas, además, un 23% de los hogares toman el agua de pozo, jagüey o aljibe, mientras que el restante 39% la toma de río o quebrada, agua de lluvia, carro tanque, pila pública o agua embotellada o bolsa.